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Fra il 22 e il 25 di questo mese i cittadini di 28 Stati membri dell’Unione europea voteranno i propri candidati che li rappresenteranno al Parlamento europeo per i prossimi 5 anni. Nel panorama confuso della vigilia, ci chiediamo tutti: come possiamo scegliere i nostri rappresentanti? Che direzione deve prendere oggi l’Europa, per continuare a essere un progetto valido e da sostenere? Una serata per ispirarci ad alcune risposte.

Scheda del libro (sito esterno)

Il libro-intervista di Alberto Campoleoni a Mons. Aldo Giordano (San Paolo, 2013)

Il prossimo giovedì 15 maggio Cooperazione Cristiana per l’Europa organizza un incontro di spiegazione e approfondimento in vista delle elezioni del Parlamento europeo del 25 maggio. Il Segretario generale della COMECE, don Patrick DALY, interverrà presentando la Dichiarazione dei Vescovi europei pubblicata il marzo scorso e offerta come ispirazione a tutti i cattolici europei e gli uomini e donne che si ritrovano nei valori proposti dai nostri pastori. Il secondo intervento sarà del giornalista Alberto Campoleoni, che ha curato un’intervista (vedi immagine accanto) a Mons. Aldo Giordano, il quale si è occupato per circa vent’anni di Europa per conto della Santa Sede. Tenetevi quindi liberi:

Giovedì 15 maggio 2014 alle ore 20:45

Bologna, via delle Lame 116 [mappa]
presso Acli provinciali Leggi il resto di questo articolo »

Uno sguardo alle elezioni europee carico di responsabilità e speranza è il cuore del messaggio dei Vescovi della Comece per il voto del 25 maggio prossimo

Simbolo della ComeceCome già avvenuto cinque anni fa per il precedente appuntamento con le urne, per eleggere il Parlamento europeo ora a fine mandato, i Vescovi delegati dagli episcopati dell’Unione europea alla COMECE hanno pubblicato un manifesto per invitare i cittadini – non solo cristiani – a esprimere un voto secondo coscienza.

Lo scopo del documento, diffuso in ben 10 lingue attraverso il sito della Comece, «offrire orientamenti all’elettore UE formandone la coscienza, [...] sottolineando le questioni di rilievo, valutandole attraverso il prisma della dottrina sociale Cattolica».

Il cuore del messaggio, a nostro avviso, è la “speranza oltre la crisi” di cui non può che essere impregnato uno sguardo cristiano sull’Europa, come richiamato dal vibrante invito alla speranza che il Beato Giovanni Paolo II ha lanciato nella Ecclesia in Europa (2003).

Speranza in un futuro migliore perchè «il progetto Europeo [è] ispirato da una visione nobile del genere umano. Singoli cittadini, comunità e anche stati nazione devono essere capaci di mettere da parte l’interesse particolare alla ricerca del bene comune». No ai disfattismi, ai populismi antieuropei, ai nazionalismi che solleticano l’egoismo e la chiusura in se stessi.

I temi oggetto della preoccupazione dei Vescovi europei sono ben noti: la centralità di sussidiarietà e solidarietà come principi fondanti della casa comune europea, la dignità della vita e della famiglia, la solidarietà verso gli immigrati e i rifugiati, la custodia dell’ambiente, la libertà religiosa, il riposo domenicale dal lavoro, l’evoluzione demografica.

La conclusione del messaggio è molto chiara: «Abbiamo troppo da perdere da un eventuale deragliamento del progetto europeo».

Il
messaggio
Cristiano
è
un
messaggio
di
speranza.
E’
nostra
convinzione
che
il
progetto
Europeo
sia
ispirato
da
una
visione
nobile
del
genere
umano.
Singoli
cittadini,
comunità
e
anche
stati-­‐
nazione
devono
essere
capaci
di
mettere
da
parte
l’interesse
particolare
alla
ricerca
del
bene
comune.

Il nostro socio fondatore fratel Michele Falzone si è addormentato nella pace di Cristo, sabato 25 gennaio. Le esequie mercoledì nel Duomo di Cesena, presiedute dal Vescovo Mons. Douglas Regattieri alle ore 15.

Fratel Michele ha chiuso gli occhi al mondo dopo diversi mesi di lotta contro una malattia che ha vissuto con coraggio, pazienza e speranza. Ma più di tutto, con l’avanzare della malattia, l’ha affrontata con l’ansia gioiosa di attendere l’incontro col Signore, “Dio mio, mio tutto” (frase che ha pubblicato sul profilo Facebook, strumento con il quale la sua fede ha raggiunto negli anni molte centinaia di persone).

Fratel Michele di Gesù, eremita, firma latto costitutivo di CCPE

Fratel Michele di Gesù ha contribuito in maniera decisiva alla nascita della nostra associazione.

La nostra associazione – si può dire – è nata all’eremo di fratel Michele, nell’estate del 2009. La sua creatività e intraprendenza hanno dato uno stimolo fondamentale per realizzare un’idea che allora era solo timidamente abbozzata. In quell’epoca all’eremo il copriambone raffigurava l’icona dei Santi Patroni dell’Europa, oggi uno dei simboli di Cooperazione Cristiana per l’Europa; semplice coincidenza? Molto difficile. Piuttosto, quel copriambone è divenuto il simbolo di un’amicizia che da quel breve ma intenso soggiorno è arrivata fino a oggi attraverso momenti concreti: la festa annuale di Sant’Alberico il 29 agosto, il convegno sull’invecchiamento attivo a Cesena nel 2012, fino alla nostra lettera portata a mano a Papa Francesco, appena venti giorni fa, su sua stessa idea.

Siamo certi di poter contare sulla sua preghiera: fratel Michele ha già promesso che non sarebbe stato con le mani in mano in Paradiso, dove ha raggiunto gli altri soci Angela Lucchini Masina e Salvatore Saccone; alla loro vicinanza con il Signore affidiamo le nostre intenzioni, le nostre famiglie, i nostri progetti.

Mentre fratel Michele si preparava all’incontro finale con Gesù Signore, pensavo che nel nostro statuto non è indicato che si smetta di essere soci…in caso di morte. Per questo motivo – ma soprattutto per la fede nella comunione dei santi – sappiamo di poter contare sulla preghiera e l’intercessione dei nostri cari che ci hanno preceduto.

Grazie, Signore, per averci fatto incontrare fratel Michele. Accoglilo nel Tuo Regno, che lui ha servito con amore, dedizione e un briciolo di pazzia in questa vita.

Il nostro socio fondatore fratel Michele Falzone, Eremita di Sant’Alberico (Monte Fumaiolo), all’udienza in piazza San Pietro, con una nostra lettera per il Santo Padre

Fratel Michele Falzone, eremita, con il Santo Padre Francesco (8/1/2014 - Fotografia Felici)

 

L’8 gennaio scorso fratel Michele, ben noto ai nostri soci, simpatizzanti e amici, ha partecipato all’Udienza generale del mercoledì in piazza San Pietro a Roma. Il suo è stato un pellegrinaggio nel cuore della Chiesa per incontrare e ricevere la paterna benedizione e il conforto di Papa Francesco; da quasi un anno l’eremita sta vivendo una prova di salute molto intensa. Le prospettive umane sulla guarigione sono ormai esaurite e i tanti che lo stanno incontrando in questi giorni nel suo ricovero a Bologna raccontano della disarmante fiducia che fratel Michele ripone nel Signore Gesù Cristo nel momento che – a occhio umano – appare prossimo al compimento del suo pellegrinaggio terreno.

Come testimoniano i circa 80 scatti che descrivono i 15 minuti che il Santo Padre ha dedicato a questo incontro, si è trattato di un momento di intensa emozione, profonda commozione, filiale abbandono di entrambi alla volontà del Signore.

Su suggerimento di fratel Michele stesso, alla partenza gli avevamo consegnato alcune righe di presentazione per il Santo Padre, certi di poter contare sul suo ricordo nella preghiera e della sua vicinanza a cui ormai ha “abituato” il popolo di Dio.

Senza lo stimolo e l’intraprendenza di fratel Michele probabilmente la nostra associazione non sarebbe sbocciata, avendo posto le sue prime basi proprio durante una visita del nostro fondatore Francesco all’eremo delle Balze di Verghereto (FC). Ci uniamo alla sua sofferenza, portata nella certezza che il calvario – unito alla Croce di Cristo – porta alla Risurrezione.

La nostra lettera al Santo Padre

La nostra lettera al Santo Padre

14/11/2013: Papa Francesco in visita ufficiale al Quirinale

Papa Francesco con il Presidente Napolitano (Fonte: Quirinale.it)

Accogliendo Papa Francesco in visita ufficiale al Quirinale, il Presidente Napolitano ha usato parole illuminate sulla natura cristiana dell’Europa

Nel contesto di una visita di Stato dai connotati tipici dello “stile Bergoglio”, il Capo dello Stato si è intrattenuto più a lungo del previsto (i protocollari 30 minuti di colloquio privato) con il Santo Padre, che gli ha restituito la visita avvenuta in Vaticano lo scorso 8 giugno.

I temi che i due Capi di Stato hanno affrontato nei discorsi ufficiali, alla presenza delle rispettive delegazioni e di una significativa rappresentanza del popolo italiano, hanno coperto molti punti-chiave dell’attualità, fra cui la crisi antropologica che in Italia e altrove si esprime nei tratti «dell’egoismo, dell’insensibilità sociale, del più spregiudicato culto del proprio tornaconto personale» (Discorso del Presidente Napolitano). Il Presidente non ha mancato di indicare una via di uscita che egli ha definito “fondamentale”.

Per reagire ovunque a simili fenomeni di regressione e far valere parametri ideali e morali irrinunciabili, resta fondamentale, vorrei sottolinearlo, il ruolo dell’Europa, in quanto si fonda – storicamente e nelle sue odierne istituzioni comuni – su quei valori di rispetto della dignità umana, di tolleranza, giustizia, solidarietà, che portano il segno del retaggio cristiano.

Questo riferimento all’Europa non è casuale nel linguaggio di Napolitano, che durante il primo mandato di Presidente della Repubblica ha restituito un afflato europeista alla politica italiana, sull’onda dell’europeismo del suo predecessore, Carlo Azeglio Ciampi. Ciò che invece non suona dovuto, ma sincero, è il delicato e arguto modo di riferirsi all’anima cristiana dell’Europa. I citati valori – la dignità umana, la tolleranza, la giustizia, la solidarietà – sono certamente valori umani, non specificamente cristiani o generalmente religiosi. Leggi il resto di questo articolo »